Triste presagio della giornata da trascorrere, l'i-Pod che flippa.
Non legge le tracce: le scorre in rapida successione eccetto la prima del dì quella che scegli a casaccio prima di salire in metro, perchè il treno è arrivato all'improvviso, la folla preme e tu hai bisogno di musica, di qualunque musica pur di non farti mancare l'aria nel contatto fisico ravvicinato - bocche contro bocche, aliti del mattino, borse schiacciate sul seno e panze floride. Una musica a caso, tanto proprio schifo non ti fa rà, non l'hai messa a caso sull'i-Pod.
E io ho cominciato la giornata con "Com'è profondo il mare"... Una, due, tre, quattro, cinque... Quanto dura? Sei minuti e trenta? Con metro + a utobus impiego cinquanta minuti per arrivare a lavoro, dunque... no, sono andata alla Posta pure, a spedire una cazzo di raccomandata per l'ufficio, mai spenti l'i-Pod, quindici minuti tra fila e operazione, cinque di attesa autobus, ergo 50+15+5=70, che diviso 6.30 fa più o meno undici volte lo stesso pezzo. Ho atteso parecchio l'autobus al ritorno. Raddoppiamo il tutto. E siamo a ventidue. No, sullo zero non ci siamo proprio oggi.
E' chiaro che il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi è un pesce e come i pesci è difficile da bloccare... e lo protegge il mare, com'è profondo il mare. Certo, chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche, il pensiero come l'oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare... così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno spiegando il mare...
Non legge le tracce: le scorre in rapida successione eccetto la prima del dì quella che scegli a casaccio prima di salire in metro, perchè il treno è arrivato all'improvviso, la folla preme e tu hai bisogno di musica, di qualunque musica pur di non farti mancare l'aria nel contatto fisico ravvicinato - bocche contro bocche, aliti del mattino, borse schiacciate sul seno e panze floride. Una musica a caso, tanto proprio schifo non ti fa rà, non l'hai messa a caso sull'i-Pod.
E io ho cominciato la giornata con "Com'è profondo il mare"... Una, due, tre, quattro, cinque... Quanto dura? Sei minuti e trenta? Con metro + a utobus impiego cinquanta minuti per arrivare a lavoro, dunque... no, sono andata alla Posta pure, a spedire una cazzo di raccomandata per l'ufficio, mai spenti l'i-Pod, quindici minuti tra fila e operazione, cinque di attesa autobus, ergo 50+15+5=70, che diviso 6.30 fa più o meno undici volte lo stesso pezzo. Ho atteso parecchio l'autobus al ritorno. Raddoppiamo il tutto. E siamo a ventidue. No, sullo zero non ci siamo proprio oggi.
E' chiaro che il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi è un pesce e come i pesci è difficile da bloccare... e lo protegge il mare, com'è profondo il mare. Certo, chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche, il pensiero come l'oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare... così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno spiegando il mare...
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