Ogni cosa tace. La mia formazione magico-letteraria mi ha imposto di cercare segni che raccontassero di un uomo scomparso nelle trame del quotidiano. Ma ogni cosa tace.
Questo mi ha logorata più di tutto. Che le cose abbiano smesso di incastrarsi, che non ci sia soprannaturale nell'ordinario, che le mie sensazioni non si specchino più nella realtà.
Il realismo magico con cui l'ho evocato è rimasto un artificio letterario. Forse sono un'eretica da condannare al rogo se dichiaro di averlo avvertito, e sentito, e sfiorato.
"Suonami come io ti scrivo" - imploravo - "ma cessa di tenermene all'oscuro, perchè io devo sapere". Dov'era l'universo che cospirava a mio favore e come aveva incasellato i suoi ricordi, visto che sembravano tanto diversi dai miei?
Se un filo esiste e su di esso camminiamo bendati e senza rete, procura di tirarlo dalla tua parte, perchè io cada o arrivi da te. Non muovere un passo allora, resta fermo e comincia a tirare. Ma non so se verrò.
Mi sono inventa ogni giorno. Mi sono costruita a mio piacere. Sono nata ogni volta in una miriade di libri, film e canzoni. Disegnata ogni giorno per essere come avrei voluto. Sembro la macchietta di un film comico di terz'ordine, un cartone animato, un fumetto. Se gli standard sono alti non è detto che il risultato poi sia dei migliori. Ma non importa. Davvero, non importa.
Così ho smesso di cercare corpi e sono andata per coltelli. I coltelli che fanno sanguinare il taciuto e stillare verità. "Coltelli affilati ma misericordiosi, una parola senza pelle".
Non mi serve più un corpo, non so che farmene. Ho bisogno di parole, sono affamata di sostantivi e verbi, aggettivi, preposizioni e onomatopee. Solo parole. Cerco strumenti di tortura che mi costringano a tornare a me stessa.
"Quando la parola si farà corpo e il corpo aprirà la bocca e pronuncerà la parola che l'ha creato, abbraccerò questo corpo e lo adagerò al mio fianco" (Hezi Leskli, "Quinta lezione d'ebraico" da I topi e Leah Goldberg)
Questo mi ha logorata più di tutto. Che le cose abbiano smesso di incastrarsi, che non ci sia soprannaturale nell'ordinario, che le mie sensazioni non si specchino più nella realtà.
Il realismo magico con cui l'ho evocato è rimasto un artificio letterario. Forse sono un'eretica da condannare al rogo se dichiaro di averlo avvertito, e sentito, e sfiorato.
"Suonami come io ti scrivo" - imploravo - "ma cessa di tenermene all'oscuro, perchè io devo sapere". Dov'era l'universo che cospirava a mio favore e come aveva incasellato i suoi ricordi, visto che sembravano tanto diversi dai miei?
Se un filo esiste e su di esso camminiamo bendati e senza rete, procura di tirarlo dalla tua parte, perchè io cada o arrivi da te. Non muovere un passo allora, resta fermo e comincia a tirare. Ma non so se verrò.
Mi sono inventa ogni giorno. Mi sono costruita a mio piacere. Sono nata ogni volta in una miriade di libri, film e canzoni. Disegnata ogni giorno per essere come avrei voluto. Sembro la macchietta di un film comico di terz'ordine, un cartone animato, un fumetto. Se gli standard sono alti non è detto che il risultato poi sia dei migliori. Ma non importa. Davvero, non importa.
Così ho smesso di cercare corpi e sono andata per coltelli. I coltelli che fanno sanguinare il taciuto e stillare verità. "Coltelli affilati ma misericordiosi, una parola senza pelle".
Non mi serve più un corpo, non so che farmene. Ho bisogno di parole, sono affamata di sostantivi e verbi, aggettivi, preposizioni e onomatopee. Solo parole. Cerco strumenti di tortura che mi costringano a tornare a me stessa.
"Quando la parola si farà corpo e il corpo aprirà la bocca e pronuncerà la parola che l'ha creato, abbraccerò questo corpo e lo adagerò al mio fianco" (Hezi Leskli, "Quinta lezione d'ebraico" da I topi e Leah Goldberg)
4 commenti:
sei una di quelle persone da cui, immediatamente, rimango fulminata perchè ritrovo quella che ero e che, ancora, sono un po' (la vecchiaia porta via molta parte buona di noi). Mi piace come sei fatta, il tuo mondo. Ti ho aggiunta ai preferiti e ti metterò nel mio blog tra i links.
Ho letto che anche tu sei rimasta fologorata dalla poesia di Hezy Leskly. Sto cercando disperatamente un suo libro, ma niente. Ho telefonato a Crocetti per farmi dare il nome della casa editrice che ha pubblicato tutte le sue poesie ma a quest'ora non c'è più nessuno. Ti lascio la mia mail, se sarai così cortese da rispondermi: blumyosotis@tiscali.it.
un abbraccio, Blumy
La ringrazio per Blog intiresny
salve, come poterti contattare?
saluti, giampaolo
Ferirsi per riaversi...aprirsi per raccogliersi o spargersi...adoro la frase di Quinta Lezione di Ebraico, l'ho ritrovata da poco nel libro di Grossman " Che tu sia per me il coltello".
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